Tutto per un foglietto

Eloisa Canedo Sánchez, Ecatepec (Stato del Messico)

Qualche anno fa, nel 2001, furono distribuiti dei foglietti fuori della ditta dove lavorava mio fratello e lui, senza farci caso, ne portò uno a casa. Quando gli chiesi cos’era mi disse: se vuoi puoi tenerlo.

Iniziai a leggerlo con mia sorella e c'erano testimonianze su San Josemaría.

Qualche tempo dopo mio fratello rimase senza lavoro; sul foglietto c'era la preghiera a San Josemaría. D’accordo con mia sorella decidemmo di affidare a lui il lavoro di mio fratello.

In Internet trovammo la Novena del lavoro. La pregammo con fede, perché io ho fede in tutti i santi, essi intercedono per tutte le opere buone in questa vita terrena, sono un mezzo privilegiato per fare riuscire le cose buone.

Passati 3 giorni, mio fratello trovò lavoro, anche se provvisorio, ma tempo dopo nella stessa ditta gli offrirono il lavoro che lui voleva.

Terminata la novena, io e mia sorella volevamo diffondere la devozione. Facemmo tante copie dell'opuscolo e le distribuimmo in Chiesa. Quell'opuscolo finì per deteriorarsi, lo tenevamo insieme col nastro adesivo.

Dopo un po' di tempo telefonammo all’Ufficio Informazioni per chiedere altre copie e ci inviarono anche tante immaginette e la biografia.

Un anno fa anche mio marito perse il lavoro e lo incoraggiai a fare insieme la novena. Rimase quasi 8 mesi senza lavoro, ma ci siamo resi conto che in quel periodo Dio ci riempì di grazie, soprattutto di molta pazienza e serenità, e il giorno che meno ce lo aspettavamo arrivò il lavoro che lui voleva.

Ho imparato tante cose da San Josemaría: una cosa molto importante che avevo fatto fatica a capire è il senso del lavoro. Ho lavorato per 22 anni. Lasciai il lavoro per accudire il mio primo bambino. Ero abituata ad uscire di casa, per cui, quando mi ritrovai chiusa tra quattro pareti, iniziai a cadere in depressione, e mi ricordai che San Josemaría diceva che è nella vita ordinaria, nelle cose più piccole, che dovevamo scoprire Dio: se sto lavando i piatti, non devo farlo con rabbia o per abitudine, ma per amore ai miei figli, a mio marito e a Dio. Da quel momento la mia vita cambiò, iniziai ad accettare ed amare la mia vita ordinaria.

Iniziai a pregare “fa' che anch'io sappia convertire tutti i momenti e le circostanze della mia vita in occasioni per amarti e per servire con gioia e semplicità la Chiesa, il Romano Pontefice e tutte le anime”. Adesso vedo le cose in una maniera diversa. Per questo sono tanto grata e so che devo trasmettere questo messaggio.