Piazza San Pietro

Il 25 Giugno 1946 fu il giorno in cui san Josemaría mise piede per la prima volta a Piazza San Pietro. La percorse a piedi immerso in preghiera, assaporando alla presenza di Dio i momenti che lo conducevano alla realizzazione del sogno di una vita: pregare sulla tomba di San Pietro.

La maestosa facciata della Basilica di San Pietro fu completata nel 1614, quando le tredici statue del Cristo risorto, di San Giovanni Battista e degli undici Apostoli furono poste sulla balaustra sormontante l’edificio. La piazza antistante, tuttavia, non aveva ancora la sua forma finale. Gli edifici attorno alla Basilica erano di molti generi differenti, e lo spazio di fronte non era disegnato in modo da fornire un conveniente benvenuto alla gente che veniva a venerare la tomba di San Pietro.

Inoltre, non c’era protezione né dal sole né dalla pioggia, per cui in occasione di cerimonie solenni dovevano essere allestiti passaggi pedonali coperti dai Palazzi Apostolici alla Basilica. Per tutte queste ragioni, il Papa Alessandro VII fin dall’inizio del suo pontificato decise di creare un approccio più adatto e funzionale alla Basilica di San Pietro.

Il progetto di ridisegno della piazza fu affidato al Bernini, che ci lavorò sopra intensamente dal 1656 al 1657. Il risultato fu la meraviglia che si vede oggi. Bernini stesso spiegò che i due semiovali formati dalle 284 colonne intendevano simboleggiare le braccia della Madre Chiesa che abbracciavano l’intera umanità.

Forse Bernini non avrebbe mai immaginato che un giorno Piazza San Pietro si sarebbe dimostrata troppo piccola per contenere l’enorme numero di fedeli che si raccolgono per pregare o per partecipare ad una celebrazione liturgica, alla proclamazione di un dogma, alla canonizzazione di un santo, in unione con il Papa. Le indimenticabili immagini delle folle che venivano per la beatificazione e per la canonizzazione di san Josemaría, gli ultimi momenti di vita di Papa Giovanni Paolo II con centinaia di migliaia di persone che recitavano il Rosario per il Papa, e la massiccia dimostrazione di unità attorno all’elezione di Papa Benedetto XVI, hanno reso Piazza San Pietro una illustrazione vivente delle parole di San Josemaría: “Tutti con Pietro a Gesù tramite Maria! Considerando noi stessi come parte della Chiesa e uniti ai nostri fratelli nella fede, comprendiamo più profondamente che siamo fratelli dell’intera umanità, perché la Chiesa è stata inviata a tutti i popoli della Terra”[1].

Una vita a servizio della Chiesa

Il 25 Giugno 1946 fu il giorno in cui san Josemaría mise piede per la prima volta a Piazza San Pietro. La percorse a piedi immerso in preghiera, assaporando alla presenza di Dio i momenti che lo conducevano alla realizzazione del sogno di una vita: pregare sulla tomba di San Pietro.

Da quel giorno in poi, durante i 29 anni che visse a Roma, il Fondatore dell’Opus Dei andò spesso a pregare davanti alla Basilica Vaticana e agli appartamenti papali. Quando andava da qualche parte a Roma, cercava quando possibile di passare per San Pietro, per recitare, dal lato della piazza e senza scendere dalla macchina, un Credo per la Chiesa e per il Papa. Don Alvaro del Portillo una volta disse che San Josemaría era solito aggiungere qualche parola. Quando arrivava alla frase “Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica”, diceva altre tre volte “Credo in mia Madre la Chiesa di Roma” e aggiungeva “nonostante tutto”. Una volta confidò questa sua abitudine a Mons. Tardini, che passò molti anni da Cardinale Segretario di Stato in Vaticano. Tardini gli chiese che cosa significasse l’espressione. “Intendo nonostante le mie e le vostre mancanze”, rispose San Josemaría[2].

Veduta della Piazza di San Pietro il 6 ottobre 2002, giorno della canonizzazione di Josemaría Escrivá

Don Alvaro spiegò, parlando di questo episodio, che San Josemaría desiderava enfatizzare “la necessità per quelli che assistono il Papa di essere molto santi e pieni di Spirito Santo, in modo che ci possa essere più santità in tutta la Chiesa”[3].

Era motivato dal suo amore per la Chiesa, un amore che trasmise ai suoi figli durante tutta la sua vita e che fu incoraggiato in tutti loro quando udirono il 6 Ottobre 2002: “Tutti con Pietro verso Gesù tramite Maria! Portare tutte le anime a Gesù attraverso la mediazione della nostra Madre benedetta, in unione con il Successore di Pietro e Capo della Chiesa in terra, e con tutti i Vescovi del mondo: questa fu la più profonda aspirazione di San Josemaría Escrivà, che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha solennemente aggiunto alla lista dei santi canonizzati"[4].

Le aggregazioni compatte alle Messe celebrate il 6 e il 7 Ottobre di quell’anno furono come una risposta visiva al desiderio di San Josemaría. Piazza San Pietro divenne la perfetta situazione che simboleggiava visivamente l’aspirazione “Tutti con Pietro verso Gesù tramite Maria!”

“Il dolce Cristo in terra”

Al giorno d’oggi, ogni visitatore a Roma che vuol vedere il Papa va a Piazza San Pietro. L’Angelus della domenica (una consuetudine istituita dal Papa Giovanni XXIII), le udienze del mercoledì, e le molte celebrazioni liturgiche attirano sempre più persone che vengono per videre Petrum, vedere Pietro (Gal.1:18).

“Questa Chiesa Cattolica è romana. Io gusto il sapore di questa parola: romana. Mi sento romano, perché romano vuol dire universale, cattolico; perché così mi sento spinto ad amare teneramente il Papa, «il dolce Cristo in terra», come piaceva ripetere a santa Caterina da Siena, che considero come un'amica carissima”[5]. É facile per chiunque che viene nella piazza vedere il Papa in qualche momento: sul balcone dell’appartamento papale, nel santuario della Basilica o mentre viene accompagnato in macchina a salutare i presenti. E mentre le folle cambiano sempre, c’è un testimone che, sebbene muto, ha da secoli una posizione privilegiata nella piazza: l’enorme obelisco che si erge al centro, che per quasi duemila anni ha osservato lo svolgersi dei più importanti eventi nella storia della Chiesa, a cominciare dal martirio di San Pietro.

L’obelisco data dal ventesimo secolo a.C., e fu eretto nell’antica città egizia di Eliopoli in onore del Sole, al tempo del faraone Amenemhet II. Fu portato a Roma per ordine dell’imperatore Caligola nell’anno 40 d.C., e la storia ci dice che per trasportare l’obelisco senza danneggiarlo fu portato in una nave imballato con lenticchie. Fu sistemato al centro del Circo di Caligola, che poi divenne il Circo di Nerone, pochi metri a sinistra delle mura dell’attuale Basilica Vaticana. Fu qui che San pietro subì il martirio, e il suo santo corpo fu sepolto nelle vicinanze. Nel 1586, il Papa Sisto V mosse l’obelisco al centro di Piazza San Pietro. I preparativi per lo spostamento richiesero sei mesi e il lavoro coinvolse 907 uomini e 75 cavalli. In cima all’obelisco fu posta una croce la cui base contiene un frammento della Vera Croce.

Il mosaico della Mater Ecclesiae fu benedetto da Giovanni Paolo II l’8-XII-1981

Mater Ecclesiae

Piazza San Pietro fu completata gradualmente attraverso parecchi secoli. Nel 1613, il Papa Paolo V commissionò a Maderno la costruzione di una fontana da un lato dell’obelisco. Nel 1670, Carlo Fontana ne costruì un’altra esattamente simile dall’altra parte, ripristinando la simmetria. Così come le statue di Cristo e degli Apostoli sopra la facciata della Basilica di San Pietro, 140 statue di santi furono poste al di sopra dei due colonnati tra il 1662 e il 1703. Nel 1847 le due statue dei santi Pietro e Paolo furono sistemate ai due lati della scalinata che porta all’ingresso principale. Nessun altro cambiamento di rilievo fu apportato fino all’8 Dicembre 1981, quando Papa Giovanni Paolo II benedisse il mosaico della Mater Ecclesiae, Nostra Signora Madre della Chiesa (questa immagine è conosciuta pure come “Nostra Signora della Colonna” perché è la copia di un dipinto all’interno della Basilica su una delle colonne dell’antica basilica costantiniana). Da quel giorno ha sempre osservato la piazza da un angolo del Palazzo Apostolico, sulla destra.

L'immagine della Madonna all’interno della Basilica di San Pietro

Subito prima di benedire il mosaico, il Santo Padre pronunciò le seguenti parole: “ Adesso benedirò l’immagine di Nostra Signora ‘Madre della Chiesa’, con il desiderio che tutti quelli che vengono a Piazza San Pietro elevino lo sguardo a Lei e Le indirizzino i loro saluti e le loro preghiere in spirito di filiale affidamento”. Da quel momento, seguendo questa indicazione, Don Alvaro disse sempre una Salve Regina a Nostra Signora, come pure il Credo, ogni volta che si recava in Piazza San Pietro. Questo era anche un altro modo per mettere in pratica il consiglio di San Josemaría: “Madre! Chiamatela continuamente. Lei vi ascolta, forse vi vede in pericolo, e con la grazia di Suo Figlio lei, la vostra santa Madre Maria, vi offre il rifugio delle sua braccia, la tenerezza del suo abbraccio. Chiamatela, e vi ritroverete con nuove forze per le nuove battaglie”. [6].

[1]E’ Gesù che passa, 139.

[2] Mons. Alvaro del Portillo, cit. in Cesare Cavalleri, Intervista sul fondatore dell'Opus Dei.

[3] Ibidem.

[4]Mons. Javier Echevarría, Prelato dell’Opus Dei, Decreto 6.10.2002, pubblicato in Romana, Roma, Luglio-Dicembre 2002, Anno XVIII, n°35, p.289.

[5]San Josemaría, Omelia “Lealtà verso la Chiesa”, 4 Giugno 1972, pubblicato in La Chiesa nostra Madre

[6]San Josemaría, Cammino, 516.