San Josemaría a Madrid: la grande passione di far conoscere Cristo

San Josemaría ricordava che i figli di Dio devono avere “anima sacerdotale”: cercare di crescere nell’amicizia con Cristo e seguire il suo esempio. In questo percorso attraverso Madrid incontriamo dei luoghi che conservano una speciale relazione con questo sentimento sacerdotale.

San Josemaría ricordava che i figli di Dio devono avere “anima sacerdotale”, che significa cercare di crescere nell’amicizia con Gesù Cristo e seguire il suo esempio, cercare di avvicinare altre persone a Dio e fare in modo che tutta la vita diventi un’occasione per amare Dio. La Santa Messa è il momento in cui tutto questo si realizza nel modo più perfetto e per questo il fondatore dell’Opus Dei diceva che è il “centro e la radice della vita interiore”.

In questo percorso attraverso Madrid incontriamo dei luoghi che conservano una speciale relazione con questo sentimento sacerdotale che ciascun battezzato deve far crescere nella vita di tutti i giorni.

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Calle di San Giusto, n. 4. Basilica di San Michele

Al n.4 di Calle de San Justo si trova una delle chiese più belle di Madrid: la Basilica pontificia di San Miguel

In questa chiesa il Fondatore dell’Opus Dei celebrò le sue prime Messe al suo arrivo a Madrid, dal 20 aprile fino agli inizi di giugno del 1927.

Il 17 ottobre 1960, San Josemaría tornò a celebrare l’Eucaristia nella basilica di San Michele. In quella occasione centinaia di persone dell’Opus Dei assistettero alla celebrazione insieme con parenti e amici ed egli poté constatare con i suoi occhi i frutti dell’evangelizzazione dei membri dell’Opus Dei nella capitale. Entrando nella basilica e vedendola affollata di gente, si commosse.

Le parole con cui cominciò l’omelia, rivelano con chiarezza i suoi sentimenti: “Seduti…quelli che possono. Voglio dire qualche parola in questa chiesa di Madrid dove ebbi la gioia di celebrare la mia prima Messa madrilena. Il Signore mi ha portato qui con la luce della nostra Opera. Allora io non avrei osato sognare di poter vedere questa chiesa piena di anime che amano tanto Gesù Cristo. E sono commosso”. Subito dopo il suo pensiero e le sue parole volarono da questa chiesa madrilena al mondo intero; proseguì, infatti, ricordando la diffusione dell’Opus Dei per quasi tutta l’Europa e l’America e gli inizi del suo lavoro in terra d’Africa e in Asia.

Il 17 ottobre del 1960, San Josemaría ritornò a celebrare la Santa Messa in questa Basilica. Assistettero alla celebrazione centinaia di persone

La Basilica di San Michele fu costruita nel 1739 dall’architetto italiano Giacomo Bonavia. E’ l’unico esempio di facciata curva in stile barocco di Madrid.

La chiesa è stata affidata ai sacerdoti dell’Opus Dei.

Informazioni utili:

Cure sacerdotali:

E‘ possibile confessarsi durante tutto il periodo di apertura della chiesa fino a 15 minuti prima della chiusura.

La chiesa è aperta:

nei giorni feriali: dalle 10.15 alle 13.00 e dalle 18.00 alle 21.00

nei giorni festivi: dalle 9.45 alle 13.30 e dalle 18.30 alle 21.00

Orari delle Messe:

nei giorni feriali: mattina: 10.30 e 12.30; sera: 20.30

nei giorni festivi: mattina: 10.30, 11.30 e 12.30. sera: 19.00 e 20.30

Nei giorni della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid 2011, nella cripta ci sarà una mostra su San Josemaría.

Calle di San Giusto n. 2. Palazzo episcopale. I tre primi sacerdoti dell’Opus Dei

Che cosa vi disse il Padre il giorno dell’ordinazione?

Il Fondatore dell’Opus Dei veniva spesso qui durante gli anni trenta. Questa era la residenza di Don Leopoldo Eijo y Garay (1878-1963). Eijo y Garay fu vescovo di Madrid per quarant’anni (1923-1963) e incoraggiò moltissimo Escrivà agli inizi.

Domenica 25 giugno 1944 ebbe luogo l’ordinazione dei tre primi fedeli dell’Opus Dei: Álvaro del Portillo, José María Hernández Garnica e José Luis Múzquiz

Nella cappella di questo Palazzo episcopale ebbe luogo l’ordinazione dei primi tre fedeli dell’Opus Dei: Álvaro del Portillo, José María Hernández Garnica e José Luis Múzquiz.

Domenica 25 giugno 1944 fu un giorno di grande festa. Gli ordinandi presero commiato dal Padre in via Diego de León e andarono in auto al Palazzo Episcopale, nella cappella del quale avrebbe avuto luogo la cerimonia.(…) Alle dieci in punto il Vescovo diede inizio al rito. A metà pomeriggio in oratorio il Padre diresse loro una meditazione, commentando alcune frasi di S. Paolo che aveva segnato dieci anni prima. Insistette sulla necessità dell'orazione e del sacrificio, fondamento della vita interiore.

Quando i più giovani fra i presenti avranno i capelli bianchi, oppure sfoggeranno una splendida calvizie, che già brilla su qualcuno di loro e io, per legge naturale, sarò scomparso già da molto tempo, qualcuno vi chiederà: che cosa vi disse il Padre il giorno dell'ordinazione dei tre primi sacerdoti? Allora voi risponderete: “Ci disse: siate uomini di orazione, uomini di orazione e uomini di orazione”

Calle Bailén, 8-10. Cattedrale dell’Almudena

Brevi cenni di una lunga storia

Questa cattedrale ha una lunga storia: nel 1663, sotto il regno di Filippo IV, venne posta la prima pietra. Il 15 giugno 1993 il Papa Giovanni Paolo II visitò la chiesa

Questa cattedrale ha una lunga storia. Nel 1663, sotto il regno di Filippo IV, venne posta la sua prima pietra. Due secoli più tardi, alla fine del XIX secolo, il re Alfonso XII affidò tutto il progetto al Marchese di Cuba con il desiderio che vi si realizzasse anche il monumento funebre per la sua prima sposa, Mercedes d’Orléans, morta prematuramente. Tuttavia il progetto venne interrotto durante la metà del XX secolo. Nel 1950 vennero innalzati alcuni muri ma tutto si fermò di nuovo fino al 15 giugno 1993, quando il Papa Giovanni Paolo II consacrò questa cattedrale. Alla fine Mercedes d’Orléans fu sepolta in questa cattedrale ai piedi della Vergine di Almudena nel novembre del 2000.

Visita alla cattedrale

La visita ha inizio dalla porta principale in direzione dell’Altar Maggiore. Il visitatore trova, subito a sinistra, vari confessionali e una cappella con una statua di Cristo legato alla colonna e un mosaico della Virgen de la Paloma.

Segue la cappella di Santa Angela del Gesù, fondatrice della Compagnia della Croce. Subito dopo c’è la cappella della Vergine della Medaglia Miracolosa con l’immagine della Vergine e di altri due santi: San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa de Marillac.

La cappella successiva è stata eretta in onore di Santa Maravillas di Gesù, carmelitana scalza. C’è poi la cappella promossa dal Cammino Neocatecumenale, dove si può contemplare un’immagine dell’Annunciazione della Vergine Maria.

Prima di percorrere la navata si può ammirare una bellissima pala d’altare, opera del Berruguete e della sua scuola. La prima cappella della navata è dedicata a Nostra Signora della Vita Mistica. Segue una cappella con la statua di Santa Maria Michela.

Al centro della navata si trova la cappella nella quale è custodita un’arca di legno ricoperta di cuoio con pitture gotiche, che contiene i resti di Sant’Isidoro insieme all’immagine del santo contadino e della sua sposa Santa Maria de la Cabeza. Il patrono di Madrid nacque a Madrid intorno al 1080, da una famiglia mozarabica cristiana. Fece il contadino; a Torrelaguna conobbe Maria de la Cabeza, sua moglie. Tornati a Madrid dopo il matrimonio, Isidoro lavorò come contadino per Iván de Vargas. Ebbero un figlio, Illán. Morì il 30 settembre 1172.

Proseguendo sul lato destro, troviamo la cappella dedicata alla Beata Mariana del Gesù, mercedaria scalza.

San Josemaría Escrivá nella cattedrale dell’Almudena

“Josemaría Escrivá de Balaguer intendeva la libertà come la strada migliore per servire Dio e con quella ottenne quanto si era ripromesso di realizzare” commenta Venancio Blanco, lo scultore della statua

La cappella successiva è dedicata a San Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei. Lo scultore autore della statua e degli altorilievi che si trovano nella cappella, Venancio Blanco, spiegava: “Non ho mai incontrato personalmente il Padre, ma ho avuto l’opportunità di conoscere approfonditamente la sua persona e la sua opera attraverso il progetto della scultura che mi è stato affidato per la cappella a lui dedicata nella cattedrale de la Almudena a Madrid. Quando me lo proposero, fui subito consapevole della difficoltà e della responsabilità che ciò implicava”.

Fusa nel bronzo, la statua occupa il centro della cappella. “Ho cercato di riflettere in essa i profondi valori che il beato Josemaría incarnò nella sua vita, come la sua grande umanità, la profonda spiritualità (…). Ho tentato di dare evidenza alla posizione delle mani, che si protendono verso il visitatore offrendo il suo abbraccio appassionato. E’ un gesto cordiale, che invita e anima al tempo stesso, ad avvicinarsi a Dio.

Il Beato Josemaría intendeva la libertà come il miglior cammino per servire Dio e con la libertà ottenne quanto si era proposto di realizzare”.

Nell’altorilievo in basso a sinistra, è raffigurato Josemaría Escrivà in ginocchio in preghiera davanti alla Vergine en la Cuesta de la Vega. Una targa nella stessa cappella racconta la storia. Nell’altorilievo in basso a destra è rappresentato il fondatore dell’Opus Dei mentre assiste un malato in agonia. Questo malato, uno zingaro, morì, pieno di contrizione, nell’Ospedale Generale di Madrid una domenica di febbraio del 1932.

Ho imparato da uno zingaro – ricordava San Josemaría - a fare un atto di contrizione.

Il 16 febbraio 1932 il Fondatore scriveva nei suoi Appunti che gli avevano detto che un moribondo non voleva ricevere i sacramenti:

Andai a salutarlo (…) Era uno zingaro, ferito a pugnalate in una rissa (…) Accettò subito di confessarsi. Non voleva lasciare la mia mano e, poiché lui non ce la faceva, volle che gli mettessi la mano davanti alla bocca per baciarmela. Era in uno stato spaventoso: espelleva escrementi dalla bocca. Faceva veramente pena. A gran voce giurò che mai più avrebbe rubato. Mi chiese un Crocifisso. Non l'avevo, gli diedi un rosario. Se lo arrotolò al polso e lo baciava, dicendo frasi di profondo dolore per aver offeso il Signore”.

Il Fondatore continuava spiegando che gli avevano poi raccontato che quel gitano aveva avuto una morte molto edificante, dicendo fra le altre frasi, mentre baciava il Crocifisso del rosario:

- Le mie labbra sono putride, io non posso baciarti.

- Ma se stai per andare ad abbracciarlo e baciarlo forte in cielo!

E nel mentre San Josemaría, commosso, pensava: Signore, che dirò io, io stesso? Con questa bocca putrida, come posso baciarti?

La Sacra Famiglia

La vetrata rappresenta una scena della Sacra Famiglia con la scritta: ERAT FABRI FILIUS (era il figlio del falegname).

Sotto la scena della Sacra Famiglia è rappresentato il globo terrestre che richiama gli insegnamenti di San Josemaría circa la santificazione di tutte le realtà umane.

Ricordava nell’omelia “Amare il mondo appassionatamente”: Ho insegnato incessantemente, con parole della Sacra Scrittura, che il mondo non è cattivo: perché è uscito dalle mani di Dio, perché è creatura sua, perché Jahvè lo guardò e vide che era buono.

“Era figlio del falegname” proclama la scritta nella parte inferiore della vetrata, alludendo agli anni della vita di lavoro di Gesù di Nazaret. San Josemaría fa vedere, contemplando Gesù che lavora come chiunque altro di noi, che il nostro lavoro ha un senso, una dimensione divina che dobbiamo riscoprire.

In uno dei rilievi sono rappresentati San Gabriele, San Michele e San Raffaele; in un altro San Paolo, San Pietro e San Giovanni.

A seguire incontriamo la Cappella del Santissimo Sacramento. Uscendo da questa Cappella, la prima cappella che si incontra è quella della Vergine della Concezione Reale dell’Almudena, patrona di Madrid. La sua festa si celebra il 9 novembre.

Perché si chiama Almudena?

La tradizione racconta che quando i musulmani stavano per entrare a Madrid, i cristiani della città nascosero una statua della Vergine nelle mura affinchè non fosse profanata, e che alla riconquista della città da parte del re cristiano Alfonso VI le mura crollarono miracolosamente portando alla luce l’immagine di Maria Santissima. Il nome Almudena deriva da Almudaina, che in arabo significa magazzino del grano e che ricorda un magazzino che era vicino al luogo dove era nascosta l’immagine.

Durante gli anni trenta era frequente che San Josemaría si fermasse per pregare in ginocchio davanti all’immagine della Vergine di Almudena, patrona di Madrid, che si trova in un’edicola all’interno delle mura alla fine di Calle Mayor.