L’ora di un Santo

Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. E fu sera e fu mattina: primo giorno». Nasce il tempo. Offriamo in anteprima un’articolo del professore A. Nieto, che sarà disponibile nel bollettino Romana, sul tempo negli insegnamenti di Josemaría Escrivá.

Offriamo in anteprima un’articolo del professore A. Nieto, che sarà disponibile nel numero 51 del bollettino Romana: “Il tempo negli insegnamenti di Josemaría Escrivá”.

Che cos’è il tempo?

San Josemaría Escrivá durante una riunione in Messico, 1970

Dicono che lo dipinse in un giorno. Michelangelo Buonarroti copre il Creatore con una tunica rossa e, in una geniale prospettiva, raffigura Dio che separa la luce dalle tenebre. Nella Cappella Sistina rimane questa immagine del primo giorno della creazione. «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno» (Gn 1,3-5). Nasce il tempo.

Che cos’è il tempo? Il Santo Vescovo di Ippona diceva che ignorava la risposta, ma che nel silenzio del dialogo con Dio aveva sperimentato bene l’ieri, l’oggi e il domani. Sedici secoli dopo, Giovanni Paolo II domanda di nuovo «Che cosa è il tempo?» e risponde: «Sia la fede che la ragione rinviano, oltre i dati verificabili e misurabili, alla prospettiva del mistero». (Giovanni Paolo II, Udienza Generale, 19-XI-1997).

Nell’estate del 1951 lessi per la prima volta Cammino. Iniziai la lettura con senso critico: forse era una ingiustificata reazione agli elogi dell’amico che mi aveva consigliato il libro. Eppure, man mano che andavo avanti, pagina dopo pagina, ho scoperto un po’ per volta la sapienza umana e soprannaturale che conteneva. Fra le altre cose, ho capito che ciò che è temporale e ciò che è eterno non sono poi così distanti tra loro: ai miei occhi il tempo acquistava un nuovo significato. Perché? Nelle righe che seguono tenterò di rispondere a questa domanda, facendo notare come il valore del tempo dipenda dal suo rapporto con ciò che non cambia, in virtù della presenza in esso dell’eternità. Per far questo mi servirò degli insegnamenti di San Josemaría: un Santo che ha saputo riconoscere la trascendenza che il buon uso del tempo riveste per quelli che cercano la perfezione umana e cristiana attraverso le proprie attività quotidiane.

Alfonso Nieto, ordinario presso l’Università Complutense di Madrid, già Rettore dell’Università di Navarra, dove è anche professore emerito; professore di Economia della comunicazione istituzionale alla Pontificia Università della Santa Croce; visiting professor presso diverse Università in Argentina, Cile e Brasile. È autore di varie pubblicazioni sull’organizzazione e la gestione di aziende di comunicazione.