Guardavo costantemente l’orologio

Avevo poco più di sedici anni. Vivevo in una città della provincia e conducevo una vita agitata: andando da un posto ad un altro, guardavo costantemente l’orologio e cronometravo il mio passo, per poter andare sempre più in fretta.

Grazie all’esempio di generosità e ottimismo che ho scoperto negli scritti di monsignor Escrivá, la mia vita è cambiata in modo radicale. Avevo poco più di sedici anni. Vivevo in una città della provincia e conducevo una vita agitata: andando da un posto ad un altro, guardavo costantemente l’orologio e cronometravo il mio passo, per poter andare sempre più in fretta. Un giorno, mi venne in mente una domanda che non cadde nel vuoto: che cosa mi aspettavo dalla vita?

Mi ritrovai senza risposte: mi muovevo molto, però senza avere una meta. Quando ho sentito dire – attraverso l’insegnamento di monsignor Escrivá – che la gente comune può essere santa, le mie aspirazioni al confronto mi sono sembrate molto basse (….).

Dovevo fermarmi e cambiare decisamente rotta. Non potevo correre senza avere una meta; nel fondo della mia anima sentivo che Dio mi stava dicendo che il mio tempo era Suo e per Lui. Avevo davanti a me tutta la mia vita e mi entusiasmava la prospettiva di fare un regalo a Dio, donandogli completamente la mia vita: ventiquattro ore del giorno, cuore, immaginazione, intelligenza, capacità di lavoro e tutte le energie – le stesse con le quali correvo prima per le strade della mia città – tutte, ora, al suo servizio nell’Opus Dei.