Echevarría: "I cristiani sono all'altezza del dono ricevuto?"

Pubblichiamo un articolo di VATICAN INSIDER sull'intervento del Prelato dell'Opus Dei al convegno sui dieci anni dalla canonizzazione di Josemaría Escrivà

Al convegno sui dieci anni dalla beatificazione di Escrivà sull'esempio del fondatore dell'Opus Dei il presule ha auspicato una reazione alle avversità della vita affidandosi a Dio.

Il sinodo sulla nuova evangelizzazione che si aprirà domenica in Vaticano "serva a ricordare al mondo che la santità non si limita ad essere una meta per privilegiati, ma che - come ha confermato il Concilio Vaticano II - è un invito

universale, accessibile ad ogni uomo e ad ogni donna di buona volontà". E' l'auspicio espresso da mons. Javier Echevarría, Prelato dell`Opus Dei, al convegno 'Il messaggio sociale di san Josemaría Escrivá' che si è svolto stamane presso la Pontificia Università della Santa Croce.

«Un uomo o una società che non reagiscano davanti alle tribolazioni e alle ingiustizie,e che non cerchino di alleviarle, non sono un uomo o una società all’altezza dell’amore del Cuore di Cristo».

È quanto ha detto il prelato dell’Opus Dei, monsignor Javier Echevarría,

intervenendo questa mattina presso la Pontificia Università della Santa Croce al convegno il messaggio sociale di San Josemaría Escrivá promosso da "Harambee", iniziativa di solidarietà nata il 6 ottobre 2002, in occasione della Canonizzazione del fondatore dell’Opus Dei.

Monsignor Echevarría ha anche affermato come sia necessario «ringraziare Dio per il beato Escrivà pastore esemplare, che con la sua eroica corrispondenza ai doni spirituali e umani che aveva ricevuto, ha reso possibile, tra le altre cose, che migliaia e migliaia di persone in tutto il mondo sentissero il desiderio di aiutare uomini e donne dei Paesi economicamente più in difficoltà».

Il convegno si è aperto con un messaggio inviato ai partecipanti da Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, che ha ricordato: «nell’età della globalizzazione, ogni destino è comune, e tutto spinge a un coinvolgimento più esplicito e convinto in un’azione internazionale che non sia solo aiuto e sostegno, bensì pure visione capace di unire popoli e culture, e di costruire la futura civiltà del vivere insieme».

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