Diventare santi è possibile

Il rapporto con i giovani, l'amore e la fiducia in loro, hanno caratterizzato la vita del Fondatore dell'Opus Dei, che ha fatto della paternità il tratto distintivo del suo stile di vita. In ognuno scopriva inesplorate zone di possibile santità e sollecitava il desiderio di mettersi in gioco.

Il rapporto con i giovani, l'amore e la fiducia in loro, hanno caratterizzato la vita del Fondatore dell'Opus Dei, che ha fatto della paternità il tratto distintivo del suo stile di vita. In ognuno scopriva inesplorate zone di possibile santità e sollecitava il desiderio di mettersi in gioco.

Paola Binetti, autrice dell'articolo

"Che la tua vita non sia una vita sterile. Sii utile. Lascia traccia. Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore....". Un approccio sempre positivo, immediato, diretto e coinvolgente. Il Tu inespresso in questo primo punto della più celebre e diffusa delle sue opere, Cammino, non ha lasciato indifferenti milioni di persone. Tu puoi e devi essere utile, lasciando nel tuo lavoro, nei tuoi rapporti sociali, un segno indelebile: il segno del tuo amore, della tua fede.

Il passaggio sul piano spirituale era diretto ed e immediato, tipico di chi ha l'istinto soprannaturale del formatore efficace ed incisivo, a cui sta a cuore una sola cosa: la santità, perché sa che la santità è condizione per la felicità, anche sul piano umano: "Un piccolo atto, fatto per amore, quanto vale!" Lontano da ogni forma di anonimato, il Fondatore dell'Opera faceva sentire speciale ogni persona e contemporaneamente la chiamava al senso di responsabilità. Possedeva l'arte di comunicare con i giovani e con i meno giovani.

Disegnava un panorama appassionante, fomentando il senso eroico della vita, dando fiducia in se stessi, con la consapevolezza che le difficoltà vanno affrontate senza paura. In questo nostro tempo che gira così vorticosamente, rumoroso e confuso, proponeva di essere contemplativi in mezzo al mondo, capaci di cogliere la grandezza della vita quotidiana, allegri e generosi, mai indifferenti alle piccole e grandi difficoltà degli altri.

Chi lo avvicinava aveva la sensazione di aver incontrato un Re Mida, capace di trasformare in oro propositi privi di vitalità, insicurezze radicate, orizzonti miopi. Voleva che i giovani imparassero a guardare le cose con gli occhi di Dio: ad avere visione soprannaturale, ma per questo ricordava che solo i puri di cuore vedranno Dio e raccomandava la virtù della purezza, come affermazione positiva della capacità di amare.

Dopo una conversazione con lui tutto acquisiva una diversa prospettiva, non perché solleticasse in modo demagogico la naturale ambizione, che sonnecchia in ogni persona. "Tu, uno qualunque? Tu... del gregge! Ma se sei nato per essere un leader..." Ma perché sollecitava in ognuno il santo orgoglio di essere Figli di Dio, partecipi di una eredità fatta di qualità umane e soprannaturali, spesso allo stato latente, che attendono solo la nostra risposta positiva per attualizzarsi e dare frutti.

Frutti di santità, raggiunta attraverso un costante atteggiamento di servizio verso gli altri, mai ricercata come un mero esercizio di perfezione formale o di auto-affermazione vanitosa e calcolatrice. "Persevera nel compimento esatto dei tuoi doveri di adesso. Quel tuo lavoro —umile, monotono, piccolo— è orazione tradotta in opere che ti dispongono a ricevere la grazia di quell'altra attività —grande, ampia e profonda —che tu sogni".

All'atteggiamento tipicamente adolescenziale di chi si illude semplicisticamente di poter cambiare le cose senza sforzo, per cui va rapidamente incontro a forti e rapide delusioni, contrapponeva un sano realismo: "Vuoi davvero essere santo? Compi il piccolo dovere d'ogni momento: fai quello che devi e stai in quello che fai". Disegnava così un cerchio di straordinaria efficacia educativa: lavorare alle cose concrete di ogni giorno senza perdere di vista la loro prospettiva, il loro significato umano e soprannaturale.

Maestro senza cattedra, faceva scuola senza avere una scuola, sempre alla portata di tutti, convinto che autorevolezza ed efficacia dipendessero soprattutto dall'interesse genuino per le persone, per i loro problemi, dal sereno ottimismo con cui si dà loro fiducia. Non è da stupirsi che a questa scuola si siano iscritti studenti di tante età diverse, di tante lingue e culture: ognuno si è sentito accolto, capito e valorizzato, capace di cose che non avrebbe mai pensato di poter e di saper fare.

Anche oggi tra i giovani che si ispirano al suo insegnamento è facile trovare gesti di quotidiano eroismo, come quelli che queste vacanze hanno speso il loro tempo, le loro energie e i loro soldi per partecipare ad iniziative di volontariato in Africa, in America latina, nei Paesi dell'Est.

Vanno dovunque ci sia bisogno, con pazienza e con coraggio, con umiltà e con allegria e fanno di tutto: ristrutturano, costruiscono, puliscono, insegnano inglese o catechismo, musica o artigianato: come molti altri coetanei che sono più vicini alla santità di quanto non credano, eroi per caso, ma con genuino amore per Dio e per gli altri. Uguali eppure differenti...

Supplemento de L’Osservatore Romano, 6 ottobre 2002