Cronologia ragionata della causa di canonizzazione di san Josemaría Escrivá

Ripercorreremo qui, esclusivamente sulla base di documenti e atti ufficiali, le tappe principali della storia di questo processo canonico.

Il 6 ottobre 2002, con la solenne cerimonia di canonizzazione, celebrata da S.S. Giovanni Paolo II, si è conclusa la Causa di San Josemaría Escrivá, Fondatore dell’Opus Dei. Ripercorreremo qui, esclusivamente sulla base di documenti e atti ufficiali, le tappe principali della storia di questo processo canonico.

1) Preparazione

2 febbraio 1978: è la data del primo documento della Causa di canonizzazione del Fondatore dell’Opus Dei. Si tratta della nomina del Postulatore, nella persona di Mons. Flavio Capucci. Il mandato porta la firma di Mons. Álvaro del Portillo, allora Presidente Generale dell’Opus Dei (*); ricevette il nihil obstat della Congregazione delle Cause dei Santi il giorno 7 febbraio 1978. Nel brevissimo rescritto della Congregazione —firmato dal Segretario, S.E. Mons. Giuseppe Casoria, e dal Promotore Generale della Fede, P. Gaetano Stano, OFM Conv.— per la prima volta si attribuisce a Mons. Escrivá de Balaguer il titolo di Servo di Dio.

La nomina del Postulatore non dà inizio alla Causa; significa che gli Actores (in questo caso, il Presidente Generale dell’Opus Dei, insieme ai suoi Consigli) considerano che esistono le condizioni per chiedere —a suo tempo— all’autorità ecclesiastica competente l’apertura della Causa e, a questo fine, designano la persona —il Postulatore— che si occuperà di promuoverne e seguirne i diversi passi. La premessa indispensabile, per cominciare, consiste nella dimostrazione dell’esistenza di una solida fama di santità e dell’attualità —l’interesse ecclesiale— della Causa. Pertanto, il primo compito del Postulatore è di raccogliere la documentazione necessaria a questo fine.

14 febbraio 1980: il Postulatore invia al Card. Ugo Poletti, Vicario di Sua Santità per la città di Roma —dove morì il Servo di Dio— il supplex libellus, vale a dire la richiesta formale d’introduzione della Causa. Contemporaneamente, gli invia una serie di volumi che documentano, da una parte, la profondità e la diffusione della fama di santità del Fondatore dell’Opus Dei e, dall’altra, l’interesse di un gran numero di Pastori e fedeli del Popolo di Dio per la Causa. In concreto si tratta di:

— un volume con varie testimonianze d’ecclesiastici spagnoli che frequentarono, per molti anni, Mons. Escrivá de Balaguer e che attestano le virtù che videro nella sua persona;

— due volumi che raccolgono alcune centinaia di migliaia di lettere postulatorie di personalità ecclesiastiche (69 cardinali, 241 arcivescovi, 987 vescovi, 41 superiori generali d’ordini e congregazioni religiose) e civili (capi di stato o di governo, rappresentanti del mondo della cultura e della scienza), che, insieme a persone di ogni condizione —compresi diversi non cattolici— dei cinque continenti, chiedono l’apertura della Causa. Particolarmente significative, in questo contesto, la lettera postulatoria che il 23 marzo 1976 scrisse il Card. Albino Luciani, allora Patriarca di Venezia e futuro Papa Giovanni Paolo I, e quella della Conferenza Episcopale del Lazio, datata 13 aprile 1978;

— due volumi, di 800 pagine ognuno, con testimonianze sulla fama di santità in vita e dopo la morte;

— un volume di 672 pagine, che raccoglie 1.500 delle quasi 10.000 lettere che erano arrivate, dal giorno della morte di Mons. Escrivá de Balaguer fino il mese di dicembre del 1978 (quando si scrisse questo libro), e che narravano favori spirituali e materiali attribuiti alla sua intercessione (da allora, fino ad oggi, sono arrivate alla Postulazione circa 120.000 relazioni di favori; tra queste, si trova la documentazione completa di 48 guarigioni straordinarie).

Al supplex libellus sono stati aggiunti anche i cosiddetti Articoli del Postulatore, vale a dire l’esposizione sistematica (in circa 450 pagine) della vita e delle virtù del Servo di Dio: si tratta dell’insieme delle tesi che la Postulazione vuole dimostrare lungo la ricerca processuale.

15 marzo 1980: il Card. Poletti chiede al Papa il suo nihil obstat perché si possa dare formalmente inizio alla Causa del Fondatore dell’Opus Dei, convinto “in coscienza, della sua straordinaria attualità ecclesiale”.

5 febbraio 1981: il Papa Giovanni Paolo II conferma la decisione del Congresso ordinario della Congregazione per le Cause dei Santi (30 gennaio 1981), presa dopo aver ricevuto il nihil obstat della Congregazione per la Dottrina Cattolica, e autorizza il cardinale Vicario a decretare l’introduzione della Causa.

2) Processi riguardanti la vita e le virtù

19 febbraio 1981: il Card. Poletti pubblica il decreto d’introduzione. Sono trascorsi cinque anni e otto mesi dalla morte del Servo di Dio; il Regolamento della Congregazione (tit. II, art. 5, n. 4) stabiliva che prima dell’introduzione di una Causa non dovessero passare meno di cinque anni. Il menzionato decreto stabilisce che la sessione di apertura del Processo si avrà il giorno 12 maggio. Alcuni giorni prima di questa data (il 6 maggio), il Card. Poletti firma il decreto di nomina dei membri del Tribunale.

26 febbraio 1981: il Postulatore nomina Vicepostulatore per la Spagna, il Rev. Dott. D. Benito Badrinas Amat. Il 26 marzo, la nomina è ratificata dalla Congregazione per le Cause dei Santi.

12 marzo: il Postulatore, tenendo in conto che quasi l’80% dei testimoni che vuole convocare davanti al Tribunale sono di lingua spagnola, chiede che la Congregazione per le Cause dei Santi autorizzi l’istituzione di un Tribunale, parallelo e autonomo, nella Curia arcidiocesana di Madrid. La Congregazione la concede il 14 marzo. In questo documento, per la prima volta, la Causa riceve il lemma di “Romana et Matriten”, che significa che si tratta di due Processi aeque principales.

28 marzo: secondo la normativa allora in vigore, la Congregazione invia al Card. Poletti e al Card. Enrique y Tarancón, Arcivescovo di Madrid, i questionari per i testimoni e le istruzioni alle quali dovranno attenersi i Tribunali.

13 maggio 1981: il Vicepostulatore chiede all’Arcivescovo di Madrid di dare inizio al Processo. Il 16 maggio il Card. Enrique y Tarancón decreta l’apertura, designa i membri del Tribunale e convoca per il 18 maggio la prima sessione.

La prima sessione del Processo romano avvenne il 12 maggio 1981, e l’ultima il 6 novembre 1986: cinque anni e mezzo, con 374 sessioni (tra i due processi, ci fu un totale di 980 sessioni). Furono interrogati 26 testimoni, tra i quali tre cardinali, due arcivescovi, un vescovo, 11 sacerdoti, nove laici (tra di loro, tre persone che non erano più membri dell’Opus Dei).

I momenti più significativi che si possono segnalare durante l’istruzione del Processo romano sono:

13 ottobre 1981: pubblicazione dell’editto del cardinale Vicario per la raccolta degli scritti del Servo di Dio (un documento analogo si pubblicò anche a Madrid, il 3 dicembre 1981);

— 10 maggio 1982: autorizzazione a Mons. Álvaro del Portillo perché possa deporre come testimone, anche se per 40 anni era stato confessore del Servo di Dio; è sottolineata la necessità della dovuta discrezione e gli si raccomanda che —nelle sue risposte— non faccia riferimento al foro interno, cosa che Mons. del Portillo rispettò scrupolosamente lungo tutta la sua dichiarazione (Prot. N. 1339-18/982);

20 luglio 1982: autorizzazione ad alcuni testimoni a rispondere per iscritto ai questionari (Prot. N. 1339-22/982);

— il 25 gennaio 1983 Giovanni Paolo II promulga la Cost. ap. Divinus perfectionis Magister, che riforma le procedure in vigore per le Cause dei Santi, e il 7 febbraio appaiono le Norme di applicazione. La nuova normativa stabilisce che, prima di introdurre una Causa, l’Ordinario competente proceda all’esame teologico degli scritti pubblicati del Servo di Dio. Il Tribunale diede un’interpretazione esigente di questa norma, considerando che, anche se la Causa fosse stata già introdotta, lo studio teologico delle opere avrebbe potuto evidenziare ulteriormente la personalità spirituale di Mons. Escrivá. Pertanto, il 9 maggio 1983 designa due Censori Teologi, che danno il loro voto un anno dopo. Poco dopo, il Tribunale nominò altri due Censori, per gli scritti inediti, che completarono i loro giudizi nell’ottobre del 1986.

Gli atti processuali furono raccolti in 27 volumi, 14 dei quali (7.000 pagine in totale) comprendono le testimonianze processuali, gli altri sono documenti e scritti del Servo di Dio.

Il Processo si svolgerà tra il 18 maggio 1981 ed il 26 giugno 1984, con un totale di 606 sessioni, a ciascuna delle quali partecipò sempre il Tribunale completo con i suoi cinque membri. Furono ascoltati 60 testimoni: due arcivescovi, sei vescovi, 17 sacerdoti, tre religiose, due religiosi, 30 laici ( tra questi, otto persone che avevano lasciato l’Opus Dei). La maggior parte dei testimoni non fa parte dell’Opus Dei. Durante l’istruzione del Processo, fu nominato un nuovo arcivescovo di Madrid - il Card. Angel Suquía-, che giurò come Presidente del Tribunale l’11 giugno 1983, confermando anche tutti i suoi membri.

Tra le facoltà concesse dalla Congregazione al Tribunale di Madrid, risalta l’esclusione di un testimone-inserito nella lista dei testimoni proposti dalla Postulazione -, considerato non idoneo (Prot. N. 1339-28/984, del 10 febbraio 1984).

Gli atti processuali, raccolti in 11 volumi, con 4500 pagine furono depositati alla Congregazione per le Cause dei Santi il 28 giugno 1984 e lì rimasero sigillati fino alla conclusione dell’altro Processo.

3) Fase di studio

10 novembre 1986: la Congregazione per le Cause dei Santi decreta l’apertura degli atti dei due Processi.

13 gennaio 1987, la Congregazione designa P. Ambrosio Eszer, O.P., come Relatore nella Causa del Fondatore dell’Opus Dei.

3 aprile 1987: si conclude, nella Congregazione, lo studio riguardante le norme e la prassi vigente, lungo l’istruzione processuale. La Congregazione emette subito il decreto di validità.

In seguito, dà al Postulatore un esemplare autentico degli atti, perché elabori la Positio super vita et virtutibus sotto l’orientamento e il controllo del Relatore che dovrà controllare e approvare tutto ciò che il Postulatore redige.

Giugno 1988: il Postulatore consegna alla Congregazione la Positio super vita et virtutibus, vale a dire, l’esposizione sistematica delle prove della santità del Servo di Dio che risultano dalle deposizioni dei testimoni e la documentazione storica raccolta nella ricerca (furono trovati documenti in 390 archivi pubblici e privati).

I volumi della Positio sono quattro, con 6.000 pagine in totale:

— la Informatio, con la storia della Causa, la presentazione e la valutazione delle fonti, uno studio sulla fama di santità e il suo fondamento, i voti dei Censori;

— il Summarium, che riproduce —senza commenti — le fonti (testimonianze e documenti) che la Postulazione considera più importanti, a favore o contro la Causa, in modo che i Consultori possano farsi un giudizio accurato, prescindendo dall’esposizione del Postulatore;

— la Biographia documentata, che ricostruisce la vita del Servo di Dio secondo una rigorosa metodologia storico-critica. Ogni affermazione si fonda su fonti documentali precise, che sono verificate criticamente per avvalorarne l’attendibilità;

— Lo Studium criticum super heroicitate virtutum, che applica il metodo scientifico all’esame delle virtù teologali e morali, in ogni atto per determinare se il Servo di Dio raggiunse nel loro esercizio il grado eroico.

19 settembre 1989: dopo un anno e mezzo di studio, i Consultori Teologi designati dal Promotore Generale della Fede si riuniscono in Congresso per dare il loro voto. Con una maggioranza di sette voti su otto, il Congresso emise parere positivo.

20 marzo 1990: si riunisce la Congregazione plenaria di Cardinali e Vescovi membri della Congregazione per le Cause dei Santi. L’obiettivo dell’assemblea è di determinare l’eroicità delle virtù di Mons. Josemaría Escrivá. Relatore è il Card. Edouard Gagnon (designato il 10 novembre 1989: Prot. N. 1339-48/89). Il risultato è positivo all’unanimità.

9 aprile 1990: il Santo Padre accoglie e ratifica questa decisione. E’ letto in sua presenza il Decreto super heroicitate virtutum. Il Servo di Dio riceve il titolo di Venerabile. Si conclude così il primo passo verso gli altari.

4) Verso la Beatificazione

Il miracolo scelto per la beatificazione del Venerabile Josemaría Escrivá de Balaguer si era realizzato nel giugno del 1976, un anno dopo la sua morte. Si tratta della guarigione repentina, perfetta e duratura di Suor Concepción Boullón Rubio, una religiosa Carmelitana della Carità, di 70 anni, che era affetta da una malattia diagnosticata dalla Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi come “lipocarcinogranulomatosi tumorale in soggetto di razza bianca con localizzazioni multiple dolenti e invalidanti, con volume massimo di una arancia sulla spalla sinistra; e da stato cachettico in paziente con ulcera gastrica ed ernia iatale complicata da una grave anemia ipocromica”. Non era stato applicato nessun trattamento medico. Non fu la malata a chiedere la sua guarigione al Fondatore dell’Opus Dei, ma le sue sorelle che vivevano a Teruil.

La guarigione aveva avuto luogo nel convento di San Lorenzo del Escorial. L’Ordinario competente era, pertanto, l‘Arcivescovo di Madrid, Card. Vicente Enrique y Tarancón. Ecco i passi che si fecero nella ricerca canonica.

18 settembre 1981: il VicePostulatore, D. Benito Badrinas Amat, consegna all’Arcivescovo una informazione completa sulla guarigione, con la richiesta di apertura della investigazione processuale nella Curia di Madrid.

1 ottobre 1981: l’Arcivescovo di Madrid chiede alla Congregazione per le Cause dei Santi il nihil obstat per istruire il corrispondente Processo super miro.

6 novembre 1981: rescritto della Congregazione che autorizza l’istruzione del Processo.

14 novembre 1981: la Congregazione fa arrivare al Tribunale di Madrid le istruzioni e i questionari processuali.

12 dicembre 1981: il VicePostulatore invia all’Arcivescovo di Madrid il supplex libellus, gli Articoli del Postulatore e la lista dei testimoni che chiama a deporre, chiedendo che si inizi il Processo.

18 dicembre 1981: il Card. Vicente y Tarancón emette un decreto nel quale nomina i membri del Tribunale e fissa la prima sessione del Processo per il21 gennaio 1982.

3 aprile 1982: dopo 19 sessioni, si chiude il Processo.

5 aprile 1982: sono depositati gli atti alla Congregazione per le Cause dei Santi, dove rimarranno sigillati fino all’emissione del decreto sull’eroicità delle virtù, giacché la prassi prevede che, prima di questo momento, non si studi il possibile miracolo. Invece, è del tutto normale che, ne pereant probationes, l’istruzione processuale —che di per sé non è un giudizio, ma solo la raccolta delle prove per un futuro giudizio— si possa portare avanti simultaneamente allo studio sulle virtù.

9 luglio 1982: la Congregazione autorizza l’apertura del Processo.

30 novembre 1984: la Congregazione per le Cause dei Santi decreta la validità formale del Processo, senza cominciare però lo studio del suo oggetto.

30 giugno 1990: tre mesi dopo il decreto super virtutibus, si riunisce la Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi che, all’unanimità, afferma che la guarigione di Suor Concepción Boullón Rubio non ha spiegazione scientifica.

14 luglio 1990: il Congresso dei Consultori Teologi conclude, anche qui all’unanimità, che questa guarigione scientificamente inspiegabile si deve attribuire all’intercessione del Venerabile Josemaría Escrivá de Balaguer.

18 giugno 1991: la Congregazione Ordinaria dei Cardinali e dei Vescovi conferma le decisioni dei Medici e dei Teologi.

6 luglio 1991: è promulgato il decreto Super miro alla presenza del Santo Padre.

3 ottobre 1991: il Card. Angelo Felici, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi rende pubblica la data della beatificazione.

17 maggio 1992: in Piazza San Pietro il Papa Giovanni Paolo II beatifica solennemente Josemaría Escrivá de Balaguer e Giuseppina Bakhita, una religiosa canossiana nata in Sudan. Il giorno seguente, davanti alla moltitudine di fedeli presenti in Piazza per l’udienza, il Santo Padre afferma: “Siete pieni di gioia per la beatificazione di Josemaría Escrivá de Balaguer, perché siete convinti che la sua elevazione agli altari arrecherà un gran bene alla Chiesa. Condivido anch’io questa convinzione”.

5) Verso la canonizzazione

Nel novembre 1992 si realizzò il miracolo che portò alla canonizzazione del Beato Josemaría Escrivá. Si trattava della guarigione da una malattia che la Consulta Medica della Congregazione per le Cause dei Santi diagnosticò nel seguente modo: “cancerizzazione da radiodermite cronica grave, 3º stadio, in fase di irreversibilità”.

Protagonista del caso è il Dr. Manuel Nevado Rey, traumatologo di 60 anni, che viveva a Almendralejo (Badajoz) e che, dopo lunghi anni di esercizio della professione di chirurgo, con esposizione ai raggi X, soffriva una malattia professionale che, alla fine del 1992, era gravissima. In novembre, il Dr. Nevado conosce un fedele della Prelatura, che gli dà una immaginetta con l’orazione al Beato Josemaría Escrivá e gli suggerisce di chiedergli la guarigione. Così fece il malato e, nel giro di 15 giorni, le sue mani riacquistarono –senza alcun trattamento- un aspetto del tutto normale.

Sulla base questa guarigione straordinaria —la letteratura scientifica internazionale non raccoglie nessun caso di radiodermite che sia scomparsa o regredita spontaneamente—, si condusse il Processo nella Curia episcopale di Badajoz. Le tappe più importanti furono le seguenti:

30 dicembre 1993: supplex libellus del Postulatore al Vescovo di Badajoz, perché conceda l’apertura del Processo Super miro.

11 marzo 1994: nomina del VicePostulatore.

30 aprile 1994: su incarico del Vescovo, il Vicario giudiziario della diocesi di Badajoz scrive al docente di Patologia Medica dell’Università di quella città, chiedendo una perizia previa. La risposta è rapida e positiva.

9 maggio 1994: il Vescovo nomina i membri del Tribunale e convoca la prima sessione per il 12 maggio.

Il Processo si chiude il 4 luglio 1994, dopo 21 sessioni.

7 luglio 1994: gli atti processuali sono depositati presso la Congregazione per le Cause dei Santi.

26 gennaio 1996: la Congregazione procede all’apertura degli atti del Processo.

7 marzo 1996: il Postulatore chiede che si studi la validità del Processo.

26 aprile 1996: la Congregazione ne decreta la validità.

10 luglio 1997: si riunisce la Consulta Medica e dichiara all’unanimità che la guarigione è scientificamente inspiegabile.

9 gennaio 1998: il Congresso dei Consultori Teologi approva all’unanimità che la guarigione può essere attribuita in modo esclusivo all’intercessione del Beato Josemaría Escrivá de Balaguer.

3 agosto 2001: la Congregazione per le Cause dei Santi nomina il Card. Pio Laghi Relatore nella Plenaria che discuterà la guarigione del Dr. Nevado.

21 settembre 2001: raccogliendo le conclusioni di Medici e Teologi, anche la Congregazione Plenaria dei Cardinali dà il suo voto positivo unanime sul carattere miracoloso della guarigione.

20 dicembre 2001: promulgazione, alla presenza del Santo Padre, del decreto super miro.

26 febbraio 2002: Concistoro Ordinario Pubblico, nel quale il Papa annuncia la canonizzazione del Beato Josemaría Escrivá de Balaguer, Sacerdote, Fondatore dell’Opus Dei, per il 6 ottobre 2002.

6 ottobre 2002: Roma, Piazza San Pietro: canonizzazione di Josemaría Escrivá de Balaguer, davanti ad una immensa folla di fedeli, provenienti da 94 paesi. Assistono più di 50 Cardinali e 500 Vescovi. Il giorno successivo, durante l’udienza con i partecipanti alla canonizzazione, il Papa definisce San Josemaría come “il santo dell’ordinario”, «convinto che, per chi vive in un’ottica di fede, tutto offre occasione di un incontro con Dio, tutto diviene stimolo alla preghiera». E sottolinea con forza il suo servizio ad ogni uomo, particolarmente “evidente nella magnanimità con cui diede impulso a tante opere di evangelizzazione e di promozione umana a favore dei più poveri”. E conclude invitando i presenti ad imitare il suo esempio di amore alla Chiesa.

(*) Con l'erezione dell’Opus Dei in Prelatura personale, il 28 novembre 1982, Mons. Álvaro del Portillo fu nominato Prelato.

Flavio Capucci

Anuario de historia de la Iglesia, XII (2003)