Costruire il futuro

Mettendoci dal punto di vista di Josemaría Escrivá, se gli avessimo chiesto cos’è, o meglio, cosa dovrebbe essere la giovinezza, ci avrebbe sicuramente risposto che la giovinezza è il miglior momento per cercare di affermare liberamente il senso della propria esistenza.

Mettendoci dal punto di vista di Josemaría Escrivá, se gli avessimo chiesto cos’è, o meglio, cosa dovrebbe essere la giovinezza, ci avrebbe sicuramente risposto che la giovinezza è il miglior momento per cercare di affermare liberamente il senso della propria esistenza; un tempo per scoprire i più profondi valori umani e divini, e per dar vita ai grandi amori per i quali batte il cuore di ogni persona; un tempo opportuno per incontrarsi con la verità e con gli ideali autentici e per intraprendere – con cuore magnanimo, senza calcoli meschini – avventure che vanno oltre i nostri sogni più audaci. Il giovane è imprudente, di un’imprudenza che supera il sacrificio con un sorriso; ama darsi e non capisce come la donazione possa avvenire se non attraverso un impegno totale e deciso.

Potremmo dire che la giovinezza, nei suoi insegnamenti, è qualcosa che va oltre gli anni, che può accompagnare e facilitare questo cuore magnanimo, ma soprattutto è un atteggiamento di apertura, di dedizione allegra e generosa, che i giovani identificano perfettamente e si sentono interpellati a una vita che traspiri autenticità, aria pura e genuina.

Quindi, è la stessa cosa dare un senso qualsiasi alla vita, cercare e seguire qualsiasi ideale, qualsiasi amore, qualsiasi verità, qualsiasi avventura? Ovviamente no. Come San Josemaría ha insegnato, l’unico ideale per il quale vale al pena scommettere la propria vita non è un ideale terreno, anche se dobbiamo amare il mondo appassionatamente. Nemmeno si tratta di un insieme di ideali spirituali, per cristiani che siano. Si tratta di qualcosa di molto più entusiasmante, e che dà valore a tutti gli altri valori e ideali. È di più: non è “qualcosa”, ma “qualcuno”, una persona; Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

Possiamo affermare, pertanto, che il nucleo degli insegnamenti di Josemaría Escrivá è “quello di sempre”: il Vangelo, la dottrina della Chiesa, in definitiva, sono ciò che ci mettono di fronte a Cristo, come invitava a fare il fondatore dell’Opus Dei, e a seguirlo molto da vicino, fino ad identificarsi con Lui. Questa vicinanza, senza dubbio, risulta molto attraente a qualunque età, ma nella giovinezza, tappa di mete e ambizioni grandi, la ricerca di un amore per il quale darsi risulta una proposta di speciale rilievo.

Un elemento comune evidenziato da quanti considerano l’aiuto di san Josemaría nella loro formazione è che prendere la vita cristiana sul serio, come propone Josemaría Escrivá, comporta diverse decisioni: l’impegno nel rapporto con Dio, mettendo la testa e il cuore, l’utilizzare bene tutti i minuti di studio, l’amicizia disinteressata, gli occhi ben aperti per prestare piccoli servizi a coloro che abbiamo al nostro fianco, lavorare con intensità [...], per fare solo alcuni esempi.

La giovinezza cerca la coerenza e l’autenticità che si riflettano in un’esistenza cristiana vissuta con pienezza e concretamente. Qui sta il punto verso cui convergono le energie e comincia l’entusiasmo per una vita utile, come suggerisce il primo punto di Cammino: “Che la tua vita non sia una vita sterile. — Sii utile. — Lascia traccia. — Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore. Cancella, con la tua vita d'apostolo, l'impronta viscida e sudicia che i seminatori impuri dell'odio hanno lasciato. — E incendia tutti i cammini della terra con il fuoco di Cristo che porti nel cuore”.

Quando si ha davanti agli occhi il panorama di una vita e, inoltre, vissuta in Cristo, è logico che sorga la sana inquietudine per l’utilità, non soltanto per il semplice fatto di lasciare sulla terra una qualche traccia della nostra esistenza, bensì per il desiderio di arrivare più lontani, dando luce e seminando il bene in modo abbondante e generoso.

Questa semina si caratterizza per il desiderio di condividere e dare se stessi perché “il cristiano non può essere egoista; se lo fosse, tradirebbe la sua stessa vocazione”.

Un altro punto di Cammino è quello che si riferisce allo studio: “Un’ora di studio, per un apostolo moderno, è un’ora di orazione”, che si colloca in una doppia dimensione: da un alto, si riferisce al compito che riguarda molti cristiani e che si coniuga anche con l’interessa di essere responsabilmente coscienti di ciò che significa imparare bene una scienza, un incarico, un arte per poter essere utili alla società, e applicare inoltre l’intelligenza per approfondire la conoscenza di Dio e di tante realtà vitali, per arrivare ad essere, in questo modo, uomini e donne con discernimento e con convinzioni profonde, fuggendo dalla superficialità che non si addice ad un cristiano.

La menzione di questo punto sullo studio si riallaccia perfettamente a un nuovo elemento che potremmo definire come “l’atteggiamento della sorpresa” davanti alla santità: il meravigliarsi di fronte a questa avventura quotidiana che consiste nel convertire in divino un giorno normale e in questo caso, l’attività che occupa molte ore della giornata di molti giovani come è lo studio.

Questo “atteggiamento di sorpresa” porta ad un’allegria contagiosa; è l’allegria di chi sa che Dio si preoccupa di ciascuno in modo unico. E lo stupore cresce nel rendersi conto che Dio non è lontano, dove brillano le stelle [...] (cfr. Cammino, 267), ma al nostro fianco, così vicino che quasi lo si può toccare, e inoltre ha per noi l’amore di un Padre che aspetta costantemente il nostro affetto. Questo senso positivo, di gioia di fronte ad un’esistenza vissuta alla presenza di Dio, si trova negli scritti e negli insegnamenti di San Josemaría. Un’allegria che, a sua volta, si riflette nel buon umore e nell’ottimismo.

La sintonia di san Josemaría con i giovani, il suo dialogo con loro, risponde ad una forma di vita: se ci sono giovani che possono essere apatici, perché non hanno alcun motore che li muova, ci sono adulti che possono essere giovani. Josemaría Escrivá mantenne sempre uno spirito ancorato all’allegria di Dio, e la sua giovinezza è qualcosa di più profondo degli anni: è come abbiamo detto, uno spirito.

Riflette l’atteggiamento di chi ha un motivo per il quale vivere, per il quale darsi e esistere, e che sa guardare sempre avanti con entusiasmo, e guardare soprattutto all’amore. Come afferma Maria Casal: «La giovinezza sogna l’amore. Un amore puro e grande, che non tradisce, che non finisce mai. San Josemaría lo aveva trovato in Gesù Cristo e impiegò tutta la sua vita nel farlo scoprire agli altri”. Per questo, insieme alla sua stessa esistenza, sa rivolgersi ai giovani e a coloro che, nonostante gli anni, hanno un cuore disposto ad amare.