Bolla di canonizzazione di Josemaría Escrivá

"Dichiariamo e definiamo Santo il Beato Josemaría Escrivá de Balaguer e lo iscriviamo nell’Albo dei Santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa egli sia devotamente onorato tra i Santi".

LITTERAE DECRETALES

Beato Iosephmariae Escrivá Sanctorum honores decernuntur

IOANNES PAULUS PP II Servus Servorum Dei

ad perpetuam rei memoriam

Domine, ut videam! (cfr. Lc 18, 41), Domina, ut sit!, Omnes cum Petro ad Iesum per Mariam!, Regnare Christum volumus! (cfr. 1 Cor 15, 25), Deo omnis gloria! (cfr. Canone Romano, dossologia). In queste giaculatorie si potrebbe racchiudere l’itinerario biografico del Beato Josemaría Escrivá. Le prime due prese a recitarle appena sedicenne, quando cominciò a sperimentare i presagi della chiamata del Signore. Esse esprimevano il desiderio più profondo del suo cuore: vedere quello che Dio gli chiedeva, per cercare di vivere sempre in amoroso compimento della Sua volontà. La terza compare con frequenza negli scritti di quando era ancora agli esordi del sacerdozio e mostra come l’ardente zelo per le anime confluisse in lui con una ferma volontà di fedeltà alla Chiesa e una profonda devozione alla Madonna. Regnare Christum volumus!: queste parole riassumono il suo costante anelito di pastore: diffondere fra tutti gli uomini e le donne la chiamata a partecipare, in Cristo, alla dignità dei figli di Dio. Figli, che vivono solo per servirLo: Deo omnis gloria!

E tutto questo nel contesto delle normali occupazioni della giornata. Egli potrebbe a ragione essere definito come “il santo della vita ordinaria”. Infatti, la sua vita e il suo messaggio hanno insegnato a una inmensa moltitudine di fedeli – soprattutto laici immersi nelle più svariate professioni – a trasformare in preghiera, in servizio al prossimo, in via di santità, le attività più comuni.

Il Beato Josemaría Escrivá de Balaguer nacque a Barbastro (Spagna) il 9 gennaio 1902. Divenne sacerdote il 28 marzo 1925. Il 2 ottobre 1928 il Signore gli fece vedere la missione alla quale lo aveva destinato e, quel giorno, egli fondò l’Opus Dei. Si apriva così nella Chiesa un nuovo cammino mirante a diffondere fra gli uomini e le donne – senza distinzione di razza, di ceto o di cultura – la consapevolezza della vocazione universale alla pienezza della carità e all’apostolato, ciascuno nel posto che occupa nel mondo. Nelle circostanze della vita ordinaria, infatti, si trova il luogo nel quale il Signore ci chiama e la materia in cui si articola la nostra risposta d’amore. Nel messaggio di Josemaría Escrivá, dunque, il lavoro, compiuto con il sostegno vivificante della grazia, rivela una fecondità inedita: esso diventa strumento per innalzare la Croce al vertice di tutte le attività umane, mezzo per trasformare il mondo dal di dentro secondo lo Spirito di Cristo e riconciliarlo con Dio.

L’opera svolta da Josemaría Escrivá in favore dei sacerdoti, tanto personalmente come attraverso la Società Sacerdotale della Santa Croce, cui dette vita il 14 febbraio 1943, fa di lui un fulgido esempio di zelo per la santità e la fraternità del clero.

Nel 1946 si trasferì a Roma. Qui, sospinto da un infaticabile anelito apostolico, si adoperò per estendere il messaggio cristiano nei cinque continenti, sempre in piena adesione al Romano Pontefice e al servizio delle Chiese locali. A lui si deve la nascita di una vasta gamma di iniziative di promozione umana, dotate di ampia proiezione sociale e di forte impronta evangelizzatrice.

Da Roma il Beato Josemaría intraprese numerosi viaggi, che lo portarono a percorrere l’Europa e l’America in un’instancabile catechesi. La sua fama di santità attirava ovunque moltitudini di anime ad ascoltarlo.

Il 26 giugno 1975, a mezzogiorno, a Roma, un attacco cardiaco troncò la sua esistenza terrena. Il suo corpo è custodito nella chiesa prelatizia dell’Opus Dei, intitolata a Santa Maria della Pace, ed è meta di raccoglimento e di preghiera per fedeli provenienti da tutto il mondo.

Dopo la morte, la sua fama di santità non ha fatto che incrementarsi. All’intercessione del Beato Josemaría vengono attribuite molte guarigioni scientificamente inspiegabili e centinaia di migliaia di altri favori spirituali e materiali.

Il 17 maggio 1992 Noi stessi celebrammo la solenne beatificazione del Fondatore dell’Opus Dei in Piazza San Pietro.

Da allora si è progressivamente esteso il numero dei favori attribuito dai fedeli all’intercessione del Beato Josemaría Escrivá; fra queste grazie, gli Attori della Causa hanno scelto una sanazione asserita miracolosa e l’hanno presentata allo studio della Sede Apostolica allo scopo di consentire così che il Beato venisse annoverato nel numero dei Santi.

Nel 1994 su detta sanazione fu istruito un processo presso la Curia Arcivescovile di Badajoz; in seguito vennero espletate con esito positivo le rituali procedure presso la Congregazione delle Cause dei Santi e il 20 dicembre 2001 fu promulgato alla Nostra presenza il relativo decreto super miro. Quindi, ricevuti i pareri favorevoli dei Padri Cardinali e Vescovi da Noi convocati in Concistoro il 26 febbraio 2002, stabilimmo che il rito della Canonizzazione avesse luogo il 6 ottobre successivo.

Pertanto, oggi, in Piazza San Pietro, nel corso della Santa Messa, di fronte a un’immensa folla di fedeli, abbiamo pronunciato la seguente formula: In onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo e definiamo Santo il Beato Josemaría Escrivá de Balaguer e lo iscriviamo nell’Albo dei Santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa egli sia devotamente onorato tra i Santi. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

E ciò che abbiamo dichiarato vogliamo che abbia validità ora e in futuro, senza alcuna deroga o eccezione.

Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 6 ottobre 2002, ventiquattresimo anno del Nostro Pontificato.

Giovanni Paolo

Vescovo della Chiesa Cattolica

Marcello Rossetti, protonot. apost.

Testo della Bolla in latino