Circostanze difficili nel matrimonio

Ecco cosa rispose san Josemaría a una domanda su come trattare le famiglie composte da persone divorziate. nel 1974 a San Paolo.

Mons. Escrivá de Balaguer ebbe sempre parole di incoraggiamento per quanti attraversavano momenti difficili. Esortò almeno alla sopportazione, quando non era umanamente possibile trovare una soluzione. L’intervista con la direttrice della rivista Telva offre un esempio molto esaustivo – che vale sempre la pena rileggere – del suo atteggiamento di fronte alla varietà di situazioni che possono verificarsi nella vita matrimoniale: il lavoro della donna sposata, le sue ripercussioni sociali, il senso vocazionale del matrimonio, il numero dei figli, il matrimonio senza figli, la separazione dei coniugi, le contese e divisioni, il conflitto generazionale, l’educazione alla vita di pietà, l’orientamento dei figli, il “matrimonio di prova”, la monotonia del focolare, il confort e la sobrietà, ecc.

Forse è giusto dire che mancava solo una domanda, quella che gli posero a San Paolo, nel maggio del 1974:

Oggi esistono, purtroppo, molte famiglie composte da persone divorziate. Quale deve essere l’atteggiamento di un cattolico nei confronti di queste famiglie e dei figli di queste famiglie?

-In primo luogo comprensione, figli miei. Non otteniamo nulla con le cattive maniere. Se sono anime che hanno bisogno di un aiuto, di un buon consiglio, di una parola affettuosa, non trattiamoli male. Sono malati nello spirito, come altri sono malati nella mente o nel corpo.

Primo atteggiamento: non trattarli male.

Secondo. Se chiedono: "che cosa ne pensa della mia situazione?", la risposta è chiara: "ebbene … deplorevole! Mi dispiace molto, però è deplorevole. Perché dobbiamo mentire? Però non perderti d’animo, con la grazia del Signore si potrà sistemare." Dato che c’entrano i sentimenti e ci sono di mezzo i figli, non è facile. Molte volte queste situazioni si risolvono; e, sul finire della vita, sempre.

Non trattateli mai male. È chiaro? E aiutate come potete i figli di queste persone. Che non si vergognino, benché queste povere creature non possano essere molto contente. È uno shock tremendo, però questa è una ragione in più per trattarli bene, con affetto, con senso soprannaturale, e per dimostrare che siamo cristiani. Quindi siate umani, in primo luogo, e poi cristiani.

Per prima cosa siamo uomini; e poi viene, con il battesimo, la grazia di essere figli di Dio. Nella vita, nelle vostre relazioni con la gente, si devono notare queste due qualità: le virtù umane e le virtù soprannaturali. Si devono notare Il tuo tratto affettuoso e cordiale, perché sei una persona delicata, e, in più, la medicina soprannaturale dei tuoi buoni consigli di cristiano e il tuo buon esempio.

Da "Mons. Escrivá de Balaguer. Appunti per un profilo del Fondatore dell'Opus Dei", di Salvador Bernal, Edizioni ARES, 1977.