I 50 anni del Centro ELIS

Sabato 21 novembre si festeggia il 50° anniversario del Centro ELIS. Questa data è stata scelta perché il 21 novembre del 1965 Papa Paolo VI inaugurò ufficialmente il primo anno formativo del Centro.

Sabato 21 novembre si festeggia il 50° anniversario del Centro ELIS. Questa data è stata scelta perché il 21 novembre del 1965 Papa Paolo VI inaugurò ufficialmente il primo anno formativo del Centro.

Sono invitati alunni, ex alunni, dipendenti, collaboratori e tutti coloro che desiderano condividere questo momento di festa. Durante l'evento si potranno visitare le Scuole e conoscere da vicino tutte le iniziative.

La giornata inizierà alle 10 nella parrocchia di S.Giovanni Battista al Collatino con la Santa Messa celebrata da Don Carlo De Marchi, Vicario per la delegazione di Roma della Prelatura dell'Opus Dei.

Guarda il programma della giornata

ELIS è una realtà educativa non profit che ha al suo centro la persona e il lavoro; con le sue attività propone la professionalità come servizio al bene comune. ELIS si rivolge a giovani, professionisti ed imprese per rispondere al divario scuola-lavoro, alla disoccupazione giovanile e contribuire allo sviluppo sostenibile delle organizzazioni.

La storia di ELIS è lunga 50 anni e risale al desiderio di san Giovanni XXIII, che negli anni 60 affidò all'Opus Dei la realizzazione di un'opera sociale per i giovani della periferia di Roma. Oggi il Tiburtino non è più la periferia di 50 anni fa, ed anche ELIS ha esteso la sua azione educativa al territorio italiano e all'estero.

Il Centro nacque su ispirazione di San Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, che la definiva una Università del lavoro, un luogo in cui dall'operaio al dirigente si insegnasse il lavoro come servizio. Compongono l'ELIS diverse scuole e strutture: una Scuola Professionale per operai specializzati nel campo dell'industria e dell'artigianato; una scuola dell'ospitalità SAFI per ragazze che vogliono lavorare nel settore alberghiero e enogastronomico; un College in cui i giovani risiedono e, mentre conseguono gli studi universitari, si specializzano nelle nuove tecnologie; una Corporate School che affianca le imprese nell'acquisizione e nello sviluppo delle competenze professionali e relazionali utili al perseguimento della propria strategia.

Completano l'ELIS due scuole sportive (una maschile e una femminile) e una ONG che promuove programmi di formazione per paesi in via di sviluppo.

ELIS progetta le sue attività anche in collaborazione con le aziende riunite nel Consorzio ELIS per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro e promuovere nelle organizzazioni una cultura professionale attenta alla persona e al bene comune.

La visita di Paolo VI

Il 21 novembre 1965 Paolo VI visitò il Centro ELIS alla presenza di Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei.

Guarda il video riassuntivo della visita

In quell’occasione celebrò la Santa Messa nella Parrocchia di san Giovanni Battista al Collatino. Nell’omelia disse fra l’altro:

"Quest’opera, come tutte le opere benefiche della Chiesa, non nasconde alcun proprio interesse temporale; è un’opera del cuore; è un’opera di Cristo; è un’opera del Vangelo, tutta rivolta cioè a beneficio di quelli che ne profittano. Non è un semplice albergo, non una semplice scuola, non è un campo sportivo qualsiasi: è un centro dove l’amicizia, la fiducia, la letizia, formano atmosfera; dove la vita ha una sua dignità, un suo senso, una sua speranza; è la vita cristiana, che qui si afferma e si svolge, e che qui vuol dimostrare che la Chiesa, madre e maestra, è presente, come dicevamo, in mezzo alla gioventù lavoratrice; vuol dimostrare che dove è più la fede — la religione, la preghiera, l’osservanza cristiana —, come qui lo sarà, più viva è la carità, più sensibile é più operante l’amore, più generosa e geniale l’arte di conoscere e di assistere i bisogni del prossimo; vuol dimostrare che l’azione sociale della Chiesa fa sue le istanze dei problemi moderni, di quelli specialmente che si riferiscono alla scuola e al lavoro; vuol dimostrare che la visione della Chiesa, anche quando è concentrata, per esigenze di concretezza, in un punto locale e in una determinata forma d’azione, non è ristretta, non è chiusa, ma aperta al ricordo e al soccorso dei bisogni internazionali; non cessa d’essere, almeno intenzionalmente, universale; ecumenica, come oggi si dice."

Il dr. Bruno Picker, che ha vissuto tutta la vicenda fin dalla "preistoria", così ricorda quel giorno in una recente intervista al quotidiano online Abitare a Roma.net:

E’ stata una giornata indimenticabile per tutti. Era il pomeriggio di domenica 21 novembre 1965, e ricordo che a quei tempi il Papa non faceva molte visite nella città di Roma: ci fu una folla enorme che bloccò anche le auto delle autorità. Chi lo desidera può vedere una sintesi del notiziario della Settimana Incom in cui si vede Paolo VI divertito con i giovani, ed anche S. Josemaría in uno dei pochi documenti filmati in pubblico in cui parla in italiano nel suo messaggio al Papa.

Di questa visita, allora poco ordinaria per un Papa, ne parlò tutta la stampa mondiale, e soprattutto fece il giro del mondo la foto di Paolo VI che guarda un ragazzo che sta saldando; sono rimasto colpito vedendo la sua foto su un giornale della Cina.

E questa è la testimonianza di Maria Gaspari, che ha vissuto i primi anni della SAFI ed era presente alla visita del Papa:

21 novembre 1965. Sarebbe venuto il Papa. Che cosa potevamo regalargli? Alla fine optammo per tre vasi di marmellata, di tre gusti diversi. Furono ben confezionati e la stessa cosa regalammo al Padre. Negli anni seguenti, ogni 21 novembre, facevamo altri regali al Papa, in genere torte di diverso tipo e lo stesso facevamo per il Padre. Al Papa si aggiungeva una lettera a ricordo del giorno dell’inaugurazione. Mi pare che per vari anni la scrissi io, ma non ricordo nulla di ciò che dicevo. Nel ’65 dunque il Papa celebrò la S. Messa nella Chiesa parrocchiale, ancora senza pavimentazione, col solo cemento ed era superaffollata. Io avevo accanto un signore che voleva avvicinarsi di più alla statua della Madonna. Ma c’erano le transenne. Mi disse che lui era lo scultore della Madonna, ma io non ho potuto consigliargli nulla.. Il Papa celebrò la Messa, inaugurò la Chiesa e benedisse la statua della Madonna. Poi passò per il nostro oratorio, l’aula, il soggiorno di vimini (qui ho potuto baciargli la mano), la grande cucina, l’office e arrivò al self-service. Qui ci fu prima il discorso commosso di nostro Padre (io lo ascoltavo dagli altoparlanti, seduta su un tavolo in acciaio dell’Office). Intorno Direttrici, Prof e alunne. Nel self-service non c’era posto. Il Papa pronunciò il suo discorso. Alla fine di tutto, mentre Paolo VI stava salendo in macchina per lasciare il Centro Elis, San Josemaría lo salutò in ginocchio baciandogli l’anello, mentre il Papa lo abbracciava dicendo: «Qui tutto è Opus Dei».